21 ottobre, 2011

SIRTE

Nun se dovrebbe da morì così:
si te sei fatto duce o dittatore
devi avè più coraggio e nun fuggì,
nun consegnatte vivo ar vincitore.

Se deve avè coerenza pe finì,
dasse armeno la morte con onore.
Lassanno intatto l’odio a ribbollì
e nun sta scena carica d’orore.

Sta morte nun sodisfa: fa pietà
vedè n’omo linciato da la gente
che perde er senzo de la civirtà.

La fine de la spocchia d’un demente,
forte solo de sordi e vanità.
La storia s’aripete puntuarmente.

3 commenti:

Elnor ha detto...

Proprio così
Ha avuto molte possibilità di uscirne e poteva scegliere il modo, ma siamo solo piccoli uomini e la storia si ripete.
Che riposi in pace

MEDITATION XVII ha detto...

Condivido in pieno il succo del sonetto e il commento di Elnor: certo, se si lascia montare l'odio e non lo si guida verso obiettivi più costruttivi, è logico che queste cose accadano. Noi ci macchiammo dello scempio di Piazzale Loreto, ma venivamo da una guerra che ci aveva portato via uomini, donne, bambini e case. Il giorno dopo, terminate le vendette (perché poi ce ne furono molte altre) il paese tornò a pensare al proprio futuro. Un simile "commitment" mi pare manchi tra le tribù libiche, con i berberi che cavalcano tra la folla, i beduini che sparano dal deserto e le altre che si dividono la fetta della enorme torta libica. Prevedo, purtropo, un nuovo Iraq, ma forse mi sbaglio.

Anonimo ha detto...

Proprio quello che ho pensato io, che ho provato io: una gran pena per quell'uomo smarrito, terrorizzato, ucciso come un cane.
Ma tu lo hai espresso meravigliosamente bene in poesia!

Happysummer