29 settembre, 2012

LA CRISI


Stesa, cosce a ranocchia, sur lettino,
er medico, ch’è novo, fruga là.
E alla fine, mentre è ancora chino,
“Signò, ma è tutta chiusa! Come fa?”

Impertinente questo dottorino!
Senza nissun rispetto pe l’età.
“ Qua nun c’entra nemmanco ‘n bastoncino:
er Pap cor cottonfioc!”  Verginità?

Me viè da ride, poro giovanotto,
ma nun resisto a tojeme lo sfizzio:
risponno pe le rime e quinni  sfotto

“Ce devo scrive ch’è fori servizzio?
C’è la crisi e, quanno che ‘n prodotto
nun venne più, se chiude l’esercizzio”.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo spirito è immortale1
Degno dei due grandi poeti romaneschi.
Complimenti ed anche se in ritardo: auguri!!!!!

D'Art

Anonimo ha detto...

Lo spirito è immortale!
Degno dei due grandi poeti romaneschi.
Complimenti ed anche se in ritardo: auguri!!!!!

D'Art

Anonimo ha detto...

Splendido.
Stefano

Anonimo ha detto...

Passo da OzblogOz e leggo due dei tuoi componimenti, avevo dimenticato la tua bravura, doxa!!
Ho scoperto così il tuo blog, "buon sangue" di magnifica ironia non mente!!
Sei sempre brava e acuta, brava.

fiorderica