Io m’aricordo, e nun è propio ieri,
de come se viveva ner cinquanta.
Quanno li sordi ereno rosa e veri
e c’era la gazzosa e nun la Fanta.
Li tempi ereno belli anche si austeri,
se lavorava: c’era voja e tanta
d’annà avanti, scordà li giorni neri,
scordasse la miseria, tutta quanta.
Semo cresciuti e tutto s’è gonfiato,
conzumi, spese, costi. La morale:
dar boom ar botto. E tutto s’è ammosciato.
Si ‘na vorta esisteva er capitale,
mo ce lo semo solo che scordato.
Tocca tornà formiche e nun cicale.
13 dicembre, 2011
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3 commenti:
Si enn' rose arfiorironn' ma me daà tann' l'idea c'enno cachi. Pu' nnil soe ;)
Bei tempi quelli dove chi si dava da fare poteva avere un futura, oggi i giovani a malapena riescono a spravvivere.
Come sempre BRAVA.
silvana
Si stava meglio quando si stava peggio... Di questo passo mi toccherà rimpiangere il Governo Bruscoloni e preferirei piuttosto farmi nonaca trappista :)
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